• La Natura è il mio Tempio
  • a Ledro Land Art

Nel 2021 una delle nostre mete per le riprese de “La Natura è il mio tempio” è stata Ledro Land Art, nella pineta di Pur in val di Ledro.

Quando il progetto è nato nel 2019 abbiamo precorso i tempi, anticipando un’esigenza che sarebbe diventata imperativa nei mesi a seguire.

Abbiamo cullato il sogno di poter continuare a danzare in natura ritrovando una relazione sempre più intima e sana con tutto ciò che ci circonda, proprio quando tutto ci impediva di farlo e appena possibile ci siamo librate tra prati, boschi, lungo i fiumi e sulle rocce del nostro amato Trentino. Ma vi mostreremo nei prossimi articoli le nostre avventure del 2020, sempre legate al progetto La Natura è il mio Tempio.

In questo articolo vogliamo raccontarvi di un luogo incantato che abbiamo scelto quest’ anno per le nostre riprese che abbiamo effettuato grazie alla collaborazione con i ragazzi che gestiscono Ledro Land Art: Sofia Carloni, Massimiliano Rosà e soprattutto Giambattista Pesarini che ha effettuato le riprese con la sua risata contagiosa…cioè ride quasi di più di noi, e non è cosa facile!

La nostra prima avventura come Compagnia Il Mondo di Lilith con la nostra associazione in Val di Ledro risale al 2006 quando danzammo per una Festa della Musica “diffusa”. Dopo aver ballato ad Arco, in tarda serata eravamo approdate proprio a Bezzecca, famosa per la parola “Obbedisco” che Garibaldi pronunciò quando Vittorio Emanuele II gli chiese di lasciare il Trentino. Qui ebbe luogo la Battaglia di Bezzecca il 21 luglio del 1866 durante la terza Guerra di indipendenza , che vide contrapporsi le truppe austriache a quelle garibaldine.

Il Trentino è stato sempre un territorio molto conteso, come tutti i luoghi di confine. Ora gode dell’essere il primo luogo che molti stranieri del Nord Europa incontrano passando il Brennero. I molti laghi del Trentino sono una visione paradisiaca per i turisti e il Lago di Ledro è indubbiamente una perla di rara bellezza, meta ambita di molti villeggianti.

Tra i più puliti del Trentino, circondato da boschi e montagne, offre anche la singolare area realizzata a palafitte. La più estesa di Europa e la più ricca di ritrovamenti, di grande rilevanza storica ed archeologica. Questo sito che risale ad oltre 4000 anni fa, Età del bronzo, è anche Patrimonio dell’Unesco dal 2012.

Quindi questa valle è stata abitata durante la Preistoria, scoperta del 1929, quando a seguito dei lavori per la costruzione di una centrale idroelettrica emersero oltre 10.000 pali su cui sorgevano un tempo le abitazioni.

Nel neolitico le abitazioni venivano costruite sull’acqua sia per proteggersi dalle inondazioni ma anche per difendersi dai predatori…e chissà che animali abitavano questa zona 4000 anni fa !

Forse l’enorme lucertola, l’opera d’arte denominata “Il tritone Alpestre” costruita proprio in riva al fiume e che guarda verso la sua sorgente, un tempo veramente terrorizzava gli abitanti del luogo.

A Ledro Land art le opere d’arte realizzate rimandano alla Natura: ci sono animali, oltre al tritone-lucertolone, le galline enormi e le mucche a grandezza quasi naturale con enormi corna in metallo, uno sciame di api “corazzate” in legno, un riccio, una lumaca, e la scimmia: quel gorillone che ti accoglie avvolgendoti con le sue manone, fondale ideale per il nostro spettacolo.

Abbiamo trovato poi nidi, voliere, abbracci creati con il legno, alambicchi sonori deliziosi intagliati dall’artista per “suonare” rumori diversi, trincee create con sacchi, ormai diventate un tutt’uno con la natura, come immaginiamo volesse l’artista. Degli occhi enormi inquieti e dei coni ormai tramutati, così come la palla piena di terra. Una scopa enorme che è diventata totem per una sorta di divertente rito atto a scongiurare la pioggia imminente e le pietre nell ‘opera denominata “La Strega” che ci ha proiettate nelle lotte di milioni di donne del passato più lontano e del futuro, che è diventato quanto mai presente quando pochi giorni dopo abbiamo saputo di ciò che accadeva e accade in Afghanistan.

Abbiamo sperato in un viaggio cosmico grazie al raggio tele-trasportatore rosso, provando la confusione di chi non sa se è giunto su un pianeta sconosciuto e nuovo per portare guarigione e pace o sta cercando di lasciare il proprio vecchio mondo per trovare ciò che sta cercando nell’ altrove. Lo abbiamo interpretato con bastoni e ventagli. E come sempre accade quando crei qualcosa ti lasci sorprendere da ciò che scaturisce. Eravamo dentro con i bastoni e siamo uscite per attivare il raggio trasportatore quasi fosse un ingranaggio , correndo più veloci. I ventagli è stata la prima cosa che ho pensato quando ho visto l’opera d’arte in natura: perché sembra anche un antico essere cinese , un samurai di rara poesia, che attende di essere risvegliato con la leggerezza della piuma, senza scossoni, lentamente.

Che dire della donna dai lunghi capelli che abbiamo approcciato con i nostri veli e il nostro vestito da fate proprio quando il vento tirava dalla direzione giusta. Correndo nell’erba ormai bagnata e vorticando con i nostri veli colorati, piccole piccole sotto l’enorme scultura in legno che sembrava attendere fiduciosa.

Altro luogo meraviglioso è l’opera “Reflective Groove” dove ci siamo specchiate, riflesse, con le nostre mele della “conoscenza” moderne Eve, che cercano di individuare il “peccato”, quello originale che sempre pone il femminile ad un passo dal baratro perché “colpevole” di aver portato all’ umanità tutte le sofferenze, costringendola ad abbandonare il Giardino dell’Eden.

Quanto mai attuale questa ricerca, e mostra che ancora c’è tanta strada da percorrere perché quando non ci si fanno domande e non si dubita dei dogmi e delle regole che non hanno alcuna logica, si vegeta , anziché vivere. E questo senza niente togliere ai vegetali che a differenza di noi non possono percorrere molta strada ma intessono straordinarie reti di comunicazioni con i loro simili: cosa che facciamo regolarmente anche noi, ma senza rendercene conto o senza darci il giusto valore.

La natura è il mio Tempio

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Il verde che rimanda alla Natura è il colore complementare del rosso. La clorofilla , linfa vitale degli alberi è verde, Il sangue, linfa vitale degli esseri umani è rosso.

Verde e rosso sono complementari  e non possono esistere l’uno senza l’altro: noi e la natura siamo complementari, noi e gli alberi siamo complementari. Viviamo entrambi perché c’è il sole e perché c’è un filtro azzurro -il cielo e lo strato di ozono che protegge la Terra. Noi respiriamo l’ossigeno che viene prodotto dalle piante che invece respirano anidride carbonica, che noi e gli animali  produciamo. Il tutto con un sapiente equilibrio che è di vitale  importanza mantenere, soprattutto per noi esseri umani, che siamo di gran lunga più fragili dei vegetali, che hanno abitato la Terra milioni di anni prima di noi.

Portiamo avanti il  progetto “La natura è il mio tempio ” perché pensiamo sia importante vigilare e mantenere sempre l’attenzione  ciascuno nel proprio piccolo con buone prassi, ottimizzando il proprio impatto sul pianeta, facendo scelte anche semplici.

Le Buone prassi della nostra Fatina!

La prima buona Prassi quando vai in natura: RIPORTA A CASA LE TUE COSE

lo sappiamo sembra scontato ma non è purtroppo così. Qualsiasi cosa, che non sia organico, inquina. Quindi quando torni a casa dopo una gita all’aperto, che sia  al parco, al mare, in montagna, nel bosco: PORTATI VIA LA TUA IMMONDIZIA.  La plastica, la microplastica, la carta e gli inchiostri, il vetro ci mettono anni e anni a degradarsi, per non parlare delle pile che rilasciano sostanze tossiche.

Le riprese a Ledro Land Art sono state divertenti e imprevedibili, molto diverse da quelle in tutti gli altri luoghi dove siamo state in questi due anni. Siamo un po’ tornate come bambine al parco giochi, cambiandoci di volta in volta e concludendo la giornata dopo la pioggia insieme alle mucche, presentando lì uno spettacolo improvvisato in un momento in cui la pioggia aveva dato tregua. Il programma di partenza si è trasformato mano a mano che procedevamo entrando nel bosco, un po’ per via della pioggia ma anche per via di una connessione intima che si andava stabilendo con alcune delle opere, magari meno appariscenti di altre che però ci chiamavano a “scoprirle”.

Quello che ci è piaciuto di Ledro Land Art è che le opere d’arte sono in parte nascoste in mezzo alla pineta, quindi te le ritrovi davanti all’improvviso.

Avremmo voluto fare qualcosa anche davanti al Tritone alpestre e alle Galline, ma contiamo di tornare magari il prossimo anno…o con la neve, chissà.

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