Il tempo secondo il sincronario Maya
IMPARARE A LEGGERLO PER ACCORGERSI E/O ATTIVARE LA SINCRONICITA’ CHE LO SOTTENDE
“ Dal 2004 mi sono appassionata al calendario Maya, che in realtà si chiama Sincronario galattico proprio per distinguerlo dal nostro Calendario che etimologicamente rimanda continuamente alla parola CALENDARIUM, che ai tempi dei romani indicava il registro dei conti o propriamente delle “scadenze”.
Il sincronario Maya è in sintonia con il Sole e la Luna, non solo con il Sole come il nostro calendario, ed ha una logica elegante che lo muove in quello che si chiama Tzolkin : un telaio attivo per il sacro computo del tempo con i suoi 260 kin. Ognuno di noi nasce in un kin -dato dal coincidere del tempo lunare (che determina un tono) con il tempo solare (che determina un glifo). Ognuno di noi quindi ha un glifo e un tono- kin- che ne determina l’identità galattica. Ogni kin è iscritto nello Tzolkin ed ha un’onda di vita di 13 giorni (i 13 toni legati alle lunazioni) oltre ad un oracolo con la sua guida, il suo occulto, la sua sfida e il suo aiutante (il glifo che proviene dal suo stesso pianeta).
Vivere il sincronario Maya e la propria identità galattica permette di individuare più facilmente la sincronicità e di attivarla sempre di più nella propria vita; di allinearsi con le energie della luna, del sole, degli altri pianeti e della galassia stessa. Può essere un buon modo anche per cambiare paradigma ed accorgersi delle discrepanze, semplicemente interrogandosi su alcune cose che diamo per scontate o presupponiamo essere corrette quando in realtà non lo sono necessariamente e sono frutto di condizionamenti ancestrali, dovuti anche talvolta proprio al nostro modo di gestire il tempo.
In questo momento siamo nell’anno del MAGO BIANCO INTONANTE- KIN 174 – è cominciato il 26 luglio 2023 e terminerà il 24 luglio 2024.
La decodifica dei codici dello tzolkin si deve a Josè e Lyodine Arguelles che compresero come questo avesse a che fare con il computo del tempo. Ora tutti gli insegnamenti legati al sacro computo sono in mano alla Regina Rossa, Stephanie South, che ho avuto l’onore di tradurre anni fa.