Giornata della memoria : prima che siano i codici a barre a darci un senso.
Questo articolo è per proporvi il nostro Blog per riattivare la memoria di chi siamo e non dimenticarci della nostra umanità tutti i giorni dell’anno.
“Ricordo il suono, ma ricordo anche i soprusi, i pozzi neri dove ci calavano nude ed io bambina che chiedevo alla nonna che cosa sarebbe successo. “ Guardi la candela finché si spegne” e così era stato , serenamente, ero salita a guardare dall’alto quello strano mondo dove le creature più sante venivano terminate. Ma fu molto, molto tempo fa. Talmente tanto che so che non ha senso lottare per porre la parola fine. E allora creo…….per risvegliare i codici nel corpo, perché più codici sono attivi più potere si attiva per riconoscere l’anima nel mondo.”
Un testo tratto dallo spettacolo multimediale “L’Ottava Armonica”, prodotto dalla nostra associazione nel 2010, con il sostegno di Fondazione Caritro.
L’ottava Armonica
“Se all’inizio c’è stato un suono primevo e da lì tutto ebbe inizio ..lo udremmo ancora quel suono?”
Cominciava così lo spettacolo ” L’ottava armonica”, indagando sulla famosa ottava , sul verbo, da cui tutto potrebbe aver avuto inizio.
Un suono armonico che si è propagato per tutto l’universo dandogli origine, o dando origine almeno al nostro Sistema solare. Nella cosmogonia Maya in definitiva si narra lo stesso : degli ingegneri spaziali con suoni armonici davano vita ai singoli pianeti e ne accordavano le orbite. Ai loro armonici accordi era legato il destino di tutti i sistemi solari e delle creature che ci vivevano o vi avrebbero vissuto.
Ma mettiamo che questo suono armonico si propagasse ancora per l’universo, e magari già lo fa e mantiene l’orbita costante che permette anche a noi terrestri di vivere mentre navighiamo costantemente ad una bella velocità sulla nostra amata Terra.
Lo sentiremmo ancora quel suono? Ci renderemmo conto della sua esistenza? Quando forse con difficoltà ci rendiamo conto della nostra stessa esistenza.
Lo spettacolo proseguiva raccontando una visione che l’autrice dello spettacolo , Francesca Lilith, ebbe anni prima, dopo una conferenza sui simboli: l’ultimo simbolo di cui aveva parlato, prima di procedere con una meditazione, era la svastica. Non per tutti i simboli hanno lo stesso impatto, aveva detto. Ed in effetti quella notte aveva fatto un grande sogno, come ama chiamarli.
In un luogo antichissimo, spoglio, c’erano buchi scavati nel terreno e delle donne venivano calate lì dentro. Erano donne di tutte le età, nude, nonostante il freddo. Lei era con sua nonna, una donna anziana dai capelli lunghi e bianchi. Si voltava verso di lei e le chiedeva ” Nonna, ma adesso che succede?” e la nonna rispondeva ” Non ti preoccupare, vedi quella candela? Quando si spegne è tutto finito”. Era diventato buio e nel buio la bimba si era vista sollevarsi verso l’alto a guardare in basso mentre volava via.
” La svastica aveva risvegliato questo in me, la consapevolezza che fosse già successo in tempi antichi, e chissà quante volte, persecuzioni, soprusi, odio per i più svariati motivi, che spegnevano ciclicamente l’umanità, facendola regredire invece che avanzare nel proprio percorso evolutivo. Quanti olocausti ancora devono esserci per farci svegliare a ciò che siamo, a ciò che saremmo se solo seguissimo il nostro cuor? Se solo amassimo il nostro genere umano e ci prendessimo cura del veicolo che ci è stato concesso e della nave madre su cui ci troviamo?”
E’ importante che ogni cellula del nostro corpo ricordi, che si risvegli quella luce interiore che ci permette di ricordare chi siamo e ci aiuti a non commettere gli stessi errori. Quelli che passo dopo passo ci conducono verso un altro declino. Possiamo e dobbiamo farcela.
Lo spettacolo proseguiva con un monito a RICORDARE , A MANTENERE MEMORIA , per evitare che in futuro siano i codici a barre a darci un senso.
Era il 2010. 12 anni dopo sono dei qrcode a definirci. Speriamo di liberarcene quanto prima.