Coltivare la sicurezza coinvolgendo
Eccoci al terzo incontro di settembre con Filo di Arianna. Abbiamo invitato un’ amica che è anche un’ esperta appassionata della teoria polivagale.
Durante l’incontro Marina Negri espone il metodo già approfondito durante i suoi corsi in cui lega la prospettiva neurale con la capacità di relazionarsi in maniera sana con se stessi e con gli altri. “Sentirsi al sicuro è un imperativo biologico-sostiene l’esperta e sottolinea che-siamo disegnati per sentirci al sicuro senza escludere la minaccia. Nel momento in cui ci sentiamo al sicuro possiamo sviluppare la co-regolazione e la cooperazione tra noi e gli altri.”
Ognuno possiede in maniera innata e inconscia la capacità di valutazione del rischio, che secondo lo scienziato Stephen Porges “sta alla base della prospettiva con cui comprendere le risposte dell’organismo all’ambiente così come alle relazioni”. Tali risposte quindi, qualora trovino il loro miglior equilibrio, sostengono di conseguenza la connessione e il buon funzionamento della nostra fisiologia.
Alla base dei rapporti umani c’è il non detto, ossia il linguaggio del corpo, il non verbale. Dalle espressioni del volto, al tono della voce, così fino ai movimenti del corpo, vengono percepiti a livello inconscio producendo effetti profondi che influenzano di conseguenza il nostro stare nel mondo, sia come soggetti che come parte di una socialità.
Attraverso la presa di coscienza si è codificato un percorso attraverso cui si viene guidati a coltivare , a livello esperienziale, la capacità di sviluppare e comprendere le sensazioni di sicurezza all’interno delle interazioni sociali. Tale capacità è la condizione essenziale con cui è possibile instaurare rapporti di vicinanza, intimità e collaborazione. Questo è l’ambito di ricerca della Teoria Polivagale.
La Teoria Polivagale
L’evoluzione ci ha donato alcune preziose risorse per garantire la sopravvivenza della specie , secondo il neuroscienziato Stephen W. Porges una di queste è la NEUROCEZIONE cioè la capacita inconscia di sentirci al sicuro o in pericolo.
Sentirci al sicuro è a suo avviso una necessità non solo sul piano psicologico ma è una condizione vitale per l’omeostasi e quindi è un IMPERATIVO BIOLOGICO che sostiene la nostra salute.
Questa funzionalità neurologica ha degli aspetti sorprendenti e del tutto particolari per i mammiferi evoluti . In particolare la capacità di sentirci al sicuro e di sintonizzare la nostra salute psicofisica CO-REGOLANDOCI
Imparare a riconoscere i segnali che alcune componenti della nostra comunicazione non verbale come la postura del capo , l’ascolto di alcune frequenze sonore e altre componenti involontarie, ci ha consentito di sopravvivere come specie a animali temibili e ora ci può consentire di riconoscere che insieme possiamo cooperare e smentire di fatto la legge darwiniana della vittoria del più forte sul più debole.
Il Dalai Lama forse non a caso sostiene che il prossimo Buddha non sarà una persona ma una comunità.
Chi è Marina Negri?
Diplomatasi insegnante del Metodo Feldenkrais nella prima formazione europea (Parigi 84-88), Marina Negri, proviene da un precedente diploma in Terapia della Riabilitazione conseguito nell’80 presso l’Ospedale San Carlo di Milano e da una specializzazione in Rieducazione Posturale Globale.
La sua esperienza comprende una pratica di tredici anni presso il reparto di algie vertebrali della Fondazione Don Gnocchi e un’approfondita ricerca personale nel campo dell’analisi bioenergetica.
Da circa vent’anni tiene corsi di gruppo e lezioni individuali in zona Porta Venezia e presso A.R.S.SUO.MO. di cui è socia fondatrice. Inoltre collabora con fisiatri, omeopati, agopuntori e psicoterapeuti. Nel 2005 ha completato la formazione nella cura dei disturbi da stress post traumatico (S.E.).